L’acqua è certamente un bene essenziale per la vita, ma avere acqua potabile in abbondanza richiede un notevole know-how tecnico e molti capitali. L’accesso all’acqua di qualità ha un costo, che le popolazioni devono essere disposte a pagare.
In economia si parla di bene negativo, cioè di un bene la cui esistenza si concretizza quando scompare. Come nel caso della sicurezza e della pace, così nel caso dell’acqua potabile. Se non c’è nulla di più normale che aprire un rubinetto per fare una doccia o bere un bicchiere d’acqua, questo gesto quotidiano e innocuo è recente. In Francia, cento anni fa, un gran numero di villaggi non aveva ancora l’acqua corrente. L’accesso all’acqua e il controllo della fonte sono stati oggetto di molti drammi e hanno fatto da sfondo a Jean de Florette e Manon des sources di Marcel Pagnol. Senza acqua potabile non c’è vita. Senza un sistema di approvvigionamento idrico, non c’è industria né agricoltura. Nel suo ultimo libro Guerre et eau. L’eau, enjeu stratégique des conflits modernes (Robert Laffont, 2021), Franck Galland ripercorre la storia delle battaglie del 1914, quando l’acqua si rivelò cruciale per l’approvvigionamento delle truppe. Ancora oggi, gli eserciti in proiezione devono pianificare l’approvvigionamento idrico, sia dall’esterno che da pozzi. Non è possibile operare con successo senza un collegamento all’acqua. L’acqua non è solo una risorsa naturale, ma è anche una dimostrazione di volontà politica e di ingegno umano. Molti territori hanno eccesso all’acqua eppure sono carenti di acqua per la loro popolazione. È il caso del Brasile, dove San Paolo è sotto stress idrico, nonostante questo Paese sia un’enorme bacino d’acqua e abbia uno dei fiumi più grandi del mondo che lo attraversa. Lo stesso vale per l’Africa tropicale e settentrionale: se l’acqua cade dal cielo, non arriva ai rubinetti. Il Marocco, ad esempio, è classificato come Paese in stress idrico, il che significa che la domanda di acqua è superiore alla quantità disponibile.
Al contrario, l’Andalusia, pur essendo una regione arida, ha saputo padroneggiare molto presto l’approvvigionamento idrico e l’irrigazione, diventando il frutteto della Spagna. Con i loro acquedotti ancora visibili, i Romani erano i maestri dell’approvvigionamento idrico. Non ci sono paesi solo privilegiati e paesi solo a scarsa presenza d’acqua quando si parla di acqua, ci sono paesi che sanno padroneggiare e sviluppare le tecniche e le tecnologie legate all’acqua e altri che sono ancora indietro in questo senso. L’Arabia Saudita e il Qatar stanno sviluppando impianti di desalinizzazione delle acque marine, Singapore ricicla le sue acque reflue per renderle idonee al consumo umano, mentre in una città come Mosca è ancora sconsigliabile bere l’acqua del rubinetto.
DESALINIZZAZIONE, RICICLO DELLE ACQUE REFLUE, LE MODALITÀ DI ACCESSO ALL’ACQUA SI STANNO DIVERSIFICANDO.
L’acqua potabile non è gratuita. Il trattamento, il trasporto e il riciclo dell’acqua hanno un costo. Le grandi aziende sanno come farlo molto bene, come Suez e Veolia in Francia. Si tratta di lavori tecnici, impegnativi e specializzati che richiedono un elevato livello di competenza tecnologica. Per non aver effettuato la manutenzione delle tubature e delle dighe, Città del Capo e Roma sono state vittime di carenze nella distribuzione, tagli alla distribuzione dell’acqua e a grandi quantità di acqua dispersa. È fin troppo facile dare la colpa al cambiamento climatico, quando i veri colpevoli sono politici miopi e demagoghi capaci solo di una visione a breve termine. La mancata manutenzione delle tubature consente un risparmio immediato e quindi tariffe più basse. Politicamente funzionale nel breve periodo, questa tattica porta a gravi disagi decenni dopo, quando le tubature e le infrastrutture diventano vecchie e obsolete.
La vera guerra dell’acqua è quindi principalmente tecnologica. Acqua riciclata, desalinizzata, pompata in profondità, redistribuita o stoccata: ci sono molti modi per dissetare le megalopoli, affidandosi ad aziende efficienti che padroneggiano questi mestieri complessi. La desalinizzazione dell’acqua di mare è un’opzione adottata dal governo marocchino, ad esempio, per far fronte al prosciugamento delle risorse idriche.
Per aver scelto di centralizzare l’amministrazione dell’acqua, gli stati negli USA sono regolarmente sottoposti a stress idrico, in particolare in California. Le tubature sono vecchie, spesso fatte di piombo, che causa gravi problemi di salute, come ad esempio è successo a Flint, nel Michigan. Si tratta di un dibattito importante, anche se nascosto, che vede ad esempio il Presidente USA, Joe Biden, avere un “signore dell’acqua” nella sua squadra. Anche la Cina sta affrontando una seria carenza idrica, a causa della sua grande popolazione e del suo territorio arido. Portare l’acqua dagli altopiani tibetani alle aree settentrionali e costiere sarà uno dei suoi principali progetti negli anni a venire. Questa potrebbe essere un’opportunità di cooperazione globale, che trasformerebbe l’acqua da agente di guerra a fattore di pace.
Con tutto ciò, è chiaro che l’acqua potabile è un problema enorme. In questo contesto, ANECO® ha sviluppato una nuova tecnologia per disinfettare tutti i tipi di acqua senza l’uso di sostanze chimiche. È una tecnica basata sul processo di elettrolisi e dà come prodotto Aneco® (un disinfettante organico al 100% a base di acido ipocloroso, 80 volte più potente del , tradizionalmente utilizzarlo in questo i casi, ossia una soluzione di ipoclorito di sodio notoriamente dannosa e aggressiva che continua a dare risultati insoddisfacenti).
Per un mondo più biologico, per un’acqua più sana, per un desiderio di futuro e uno sguardo attento all’ambiente, o semplicemente per maggiori informazioni, cliccate sul link sottostante.